Frusta, pelle di piede e terra, terra di sud.
Sferza la fuga verso mare, mare di rocce. A picco, e donne in piedi in camice
bianco e nera capigliatura. Visione di sole e mare e sale e roccia da
sanguinare. Possesso. Espiazione. Chiesa e piazza e donne in abiti lisi, scuri
di emigrazione di suole consumate. Anima e vela, sabbia e nassa per tornare a
sera con legno logoro e carezzato. Brigare e brigantare, pelle di piede e
terra, terra di sud. Terra sfrenata da battere e arrestare, sensuale e
posseduta, è qualcosa di più che antica, è viscerale, è tutt’uno con la roccia,
è urlo roco e trattenuto, voce strozzata e musica danzata, sfrenata senza
chiese e senza piazze. Polvere preesistente che ignora e stona, polvere che sta
e non è doma. Dormiente terra, dormiente terra dal mare riemergerai e roccia
sarai.
Canzoni del mese:
Officina Zoè, Don Pizzica
Eugenio Bennato, Sponda Sud
Musicanova, Brigante se more
2 commenti:
Conosco quel tipo di roccia...
io invece non abbastanza per scriverne, ma non ho saputo resistere alle sensazioni che mi hanno evocato alcuni musicisti delle tue parti (officina zoe e alla bua)... comunque se riesci a riconoscere quelle rocce vuol dire che sono sulla strada buona:)
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