venerdì 24 febbraio 2012

Com'eravamo

È vero che la resistenza, la guerra, la ricostruzione appartengono al passato come fosse un libro di storia a parlarci di echi indistinti.
È vero che non sappiamo cosa ha significato e non ci interessa poi neanche tanto acoltare i vecchi, le rughe i suoni di quell’epoca. Come fossero parte ormai di musica folk.
Che poi ci dicono la memoria, la memoria. Ci coprono di giornate del ricordo usa e getta, da smaltire con il ricordo del giorno dopo in perfetto stile uso consumo.
Mi chiedo se è davvero così tutto diverso, l’Italia del 2012. “E la guerra non c’è più ormai, la guerra è finita”.
È vero che l’anticapitalismo, l’egalitarismo fanno tenerezza ridicolo e malinconia. I sogni sono della gioventù, ci pensa la società a raddrizzarli. E chi è uscito dalla guerra con l’animo rotto, incrinato o scalfito come fosse alba è gioventù. E noi? Noi, i loro figli e nipoti, paradossalmente, gli adulti. Almeno in rapporto all’età dell’essere umano, se si può essere più adulti dei propri genitori.
Il partito sovietico, quello cinese. La sinistra italiana. Sono peggiori del peggior berlusconismo. Ci hanno privato di ideali come il peggiore dei traditori. Costringendo in società che non ammettono immaginari alternativi. Sbilanciando l’alternanza tra sogno e cinismo. Svilendo il valore della terra, della piazza e della strada, abusando del popolo e del suo nome mentre si adagiavano al valore umano dell’arricchimento e dell’accumulo.
Tra idealismo e realtà, dove la distruzione è condizione dell’idealismo, che si fa presupposto del realismo, da cui scaturisce il distacco dal sogno e nuova guerra.
Che forma avrà amore mio, che nome idolatrerà questa esplosione e sopravviveremo per guardare nuovi giovani lambire nuovi sogni come architetture esteticamente appaganti.
Che nessuna guerra è giusta ma ogni guerra è così umana, almeno quanto l’amore.
È vero che in questi momenti vorremmo essere come nomadi.

Ascolti del mese:

Claudio Lolli, Ho visto anche zingari felici (1976)
Claudio Lolli, Donna di fiume (1975)
Claudio Lolli, La giacca (1973)
(e per inevitabile spiazzante contrasto): Baustelle, Il liberismo ha i giorni contati (2008)
(e se questo libro fosse canzone): Luther Blissett – 无名, Q (2000)

Nessun commento: