venerdì 3 agosto 2012

Tempi di scelte e ribellioni anonime, da uomo qualunque


Mi sono licenziato. Cosa perdo: stipendio. Cosa trovo: sottili libertà. Cosa facevo: per alcuni sarebbe stato più corretto dire cosa ‘non’ facevo. Perché il mio era uno di quei lavori inutili, che ti vergogni a dirlo quando te lo chiedono. Aiutavo delegazioni di enti pubblici cinesi a venire in Italia per brevi visite e incontrarsi con enti pubblici italiani. I cinesi viaggiavano con soldi pubblici e per entrare avevano bisogno di un visto (cioè di una lettera di invito da parte di un ente pubblico italiano) e di un incontro di facciata (al ritorno in Cina avrebbero dovuto portare delle foto a dimostrazione che erano andati in Italia davvero per lavorare). Gli statali cinesi stavano in Italia per 4-5 giorni (Venezia-Milano-Firenze-Pisa-Roma) e incontravano un ente per due ore, il resto vacanza. Gli statali italiani tentennavano prima di firmare le lettere di invito (se poi i delegati cinesi fossero immigrati clandestinamente ci sarebbero state responsabilità penali) ma quando arrivavano le delegazioni potevano perdere una mattinata di lavoro d’ufficio a stringere mani, scattare foto e accumulare racconti da rivendersi la sera a cena. Facevo questo in nero, perché di tutti i curriculum che ho mandato questo è stato l’unico posto con uno stipendio vero offertomi e ora ho una moglie, vorrei affittare casa e fare un figlio. L’ho fatto impegnandomi molto e cercando di vedere se riuscivo a sviluppare contatti più duraturi rispetto ai canoni dell’azienda. L’ho fatto per un anno. Ora ho deciso di finirla qui e di non prendere più in giro nessuno, incluso me stesso. Sono teso per il futuro, forse riuscirò a sentirmi anche liberato una sera di queste. Non riesco ancora a capire, in tutta questa storia, cosa avrei dovuto fare per dimostrare a me e a chi mi gira intorno di avere senso di responsabilità. A breve partirò e al ritorno cercherò di capire. Capire se esiste una strada che potrei percorrere per guadagnarmi da vivere senza fare cose inutili in nero. O se quelli come me non hanno granché da dire nel mercato del lavoro contemporaneo.

Album di giornata:
65daysofstatics, The Destruction of Small Ideas (2007, dall’inizio alla fine tutto d’un fiato)

2 commenti:

Baol ha detto...

E' stata una scelta dura la tua ma credo anche tu abbia soppesato molto prima di farla, ti auguro di trovare qualcosa che ti faccia stare bene!

Intizar ha detto...

beh, per fortuna il lavoro è solo un aspetto della vita:)