mercoledì 27 luglio 2011

Ricordo di un poeta. 海子

“La poesia ha ancora uno scopo, la poesia è davanti agli occhi e si respira nell’aria. È possibile portarla e sentirla dentro di sé, basta toccarla per avere pace, è qualcosa che c’è ed è tangibile.”
Con queste parole Zhou Yunpeng, cantautore e poeta cinese, chiudeva un post del suo blog, scritto il 24 marzo di quest’anno.
Il 24 marzo ricorre l’anniversario della nascita di uno dei poeti cinesi più influenti degli ultimi decenni, Haizi. In quella data, ventidue anni fa, Haizi (海子)si allontanò da Pechino per recarsi nell’area di Shanhai guan, dove la Grande muraglia cinese si congiunge con il mare. Solo due giorni dopo pose fine alla sua vita disteso sui binari di una ferrovia, all’età di venticinque anni. Da allora il 26 marzo è divenuta una data a metà tra commemorazione e cultura, un giorno in cui i poeti cinesi si riuniscono in diversi angoli del paese per recitare le loro opere in omaggio di Haizi.
Zhou Yunpeng ha ribadito pochi anni fa il suo omaggio a Haizi, musicando una sua poesia, “Settembre”. Quest’anno, nel suo blog, lo ha ricordato non come un simbolo intangibile, ormai levato sopra la gente comune, ma come un ragazzo normale, che ogni anno viene pianto da una famiglia come tante e che come tanti, fra tanti dava voce alla sua poesia.
“Oggi poeti come Haizi, che spendono la loro vita nel nome del romanticismo, si sono estinti, proprio come quei dinosauri dotati di una statura immensa e che non c’è modo di far rivivere. Un’esistenza romantica è quasi inarrivabile. Ci vorrebbe tutto il petrolio del Medioriente per produrre il carburante necessario a bruciare se stessi; e dopo aver bruciato il proprio corpo raggiungere il Nirvana della fenice. I romantici sono persone che ritornano al passato, affacciate permanentemente sulle epoche dell’infanzia e della freschezza. Così nei versi di Haizi è difficile trovarvi il lessico della quotidianità, era uno di quei talenti ben lontano dalla norma.”

Settembre

Una distesa di fiori selvatici, la prateria dove si assiste alla morte di ogni spirito
E vento, risalente a luoghi lontani, ancor più lontano dei luoghi lontani
Il mio gemito è suono sommesso di corda tesa, senza lacrima alcuna
Lontananza di luoghi lontani che restituisco alla prateria
Uno è chiamato Testa di cavallo, uno è chiamato Coda di cavallo
Il mio gemito è suono sommesso di corda tesa, senza lacrima alcuna

In luoghi lontani una distesa di fiori selvatici, solo nella morte rappresi
Sospesa in alto sulla prateria la luna, come specchio rischiara il tempo millenario
Il mio gemito è suono sommesso di corda tesa, senza lacrima alcuna
Solitario sospingo il cavallo attraverso la prateria

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