mercoledì 22 maggio 2013

Cose di questo mondo – Esploratori d’altri tempi


C’erano una volta Giovanni da Pian del Carpine, Ibn Battuta, Zheng He, Niccolò da Conti, Ferdinando Magellano, Richard F. Burton, Sven Hedin e tanti altri.
Questa volta invece c’è Jamal. Anzi, c’è Jamal e c’era Enayatullah.
Un viaggio al contrario, non per esplorare ma per implorare una vita a Londra. I giochini americani dalle parti del petrolio vanno avanti da più di mezzo secolo. Gli aerei si sono schiantati da meno di un anno e i rifugiati afghani affollano i campi pakistani di Peshawar. Iran. Turchia. Italia. Francia. Gran Bretagna. Il traffico umano si riflette in un giro di soldi fatto di truffe e stenti, fino a perderci la vita. Perché un essere umano deve scegliere tutto questo. Perché non può semplicemente cercare di strappare alla sua terra una lurida esistenza, fatta di senso del vivere e di attesa della morte.
Le distanze sono incolmabili. Per quanto potrà mai provarci, uno che sguazza nella società dei consumi non saprà mai chi è un profugo. Non ne capirà mai niente, perché mentre è lì in un pub di San Lorenzo a scolarsi birre e bottiglie di vino con lo stipendio che non ha, il clandestino è coperto di luci in testa come un pagliaccio travestito a lutto. Non consuma. Lampadine, grattaschiena, allarmi e aeroplanini come un albero di natale con le gambe, per fare qualche chilometro in più e arrivare dove? Più lontano del pub sotto casa, perché guarda alla vita da un’altra angolatura, quella di chi nasce nelle privazioni, dall’altra parte della sera.

Canzoni (+video) del mese:
Riccardo Sinigallia: Solo per te
Spiral 69, Love is for losers
Tiromancino, Blu
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