sabato 11 maggio 2013

Siena

L'età della transizione - XII tappa 
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Hanno tutto. Prati. Colline. Città. Mercanti. Banche. Arti. Le vigne sono filari e venature, gli uliveti macchie cadenzate a misura d’uomo. Quando le nuvole si fanno terse all’altezza dei prati irridescenti, gli umani caduci hanno accesso alle trame incavate della natura. Assistono staccati appassiti: estremo che si riflette nel suo opposto, di cui ha fame e si nutre come bestia condannata all’esistenza. Non è un caso che qui convergano coloro che scavano nello spirito, ritratti nei loro anfratti e sfiorati dai pellegrini. Santi e peccatori. Ancora oggi, ancora oggi che l’uomo entra nel secolo della Rinascita. Oggi si rinasce dal dogma dell’uomo creatura di Dio, che aspira e decade. Oggi le parole sono stampate sui libri, le prospettive fanno reali tele e affreschi. Mercanti da ogni dove e ogni razza entrano nelle cinte murarie delle signorie con lettere di cambio. È l’avvento del capitale, che innalza la vita umana al movimento, al riflusso delle genti. Dalle terre papali ho traversato i colli senesi fino al borgo delle ventitre contrade, affollato di ligrittieri e speziali, vasai e artisti, battilana e setaioli, tessitori e cuoiai, falegnami e fabbri, e ancora tintori, calzolai, fornai, notai, orafi e banchieri. Qui nasce qualcosa di nuovo, qui si leva la città.


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